In r(e)sonanza
25 ottobre 2016 8:40di Lorenzo Casali + Micol Roubini
1) processione. Il progetto prevede un cammino collettivo, sorta di processione laica che partendo dallo Jazzo Murici arriverà allo Jazzo del Pastore passando da quello della Cropana: il percorso gradualmente si allontanerà dai luoghi abitati in direzione della vetta, lasciando spazio a sonorità più rarefatte. L’ascensione sarà suddivisa in porzioni temporali scandite da eventi sonori che si ripeteranno a intervalli regolari. Saranno fatti esplodere una serie di botti, di quelli semplici che producono una leggera nuvola di fumo bianco e un suono netto e scuro, utilizzati spesso nelle feste di paese o dai pastori per scacciare i predatori. La distanza dilatata tra un’esplosione e l’altra si relazionerà ai tempi dell’ascesa e alla morfologia del monte. L’intento è di creare una punteggiatura spaziale, una precisa struttura ritmica attraverso la reiterazione di un suono facilmente riconoscibile e, anche attraverso i rimandi inconsci cui questo stesso suono allude, evocare una sorta di ritualità. Come avviene ancor oggi in alcune processioni di antica tradizione del centro/sud Italia, il cammino tra gli Jazzi sarà a sua volta accompagnato da questi suoni puntuali e solenni, a scandire le tappe percorse da questo corteo inaugurale. La propagazione del suono da un punto sopraelevato permetterà l’espansione del progetto a un ampio territorio, fungendo da richiamo uditivo all’evento, oltre che visivo. Dalle spiagge gremite si sentiranno gli echi lontani come di tuoni e si noterà poi una partitura di piccole nuvole bianche sospese in progressivo dissolvimento lungo l’orografia del monte.
2) materia. Intonacheremo alcune pareti interne dei tre jazzi considerati, lavorando la superficie al fine di creare una progressione visiva, tattile e concettuale che troverà soluzione solo una volta giunti all’ultimo jazzo. Allo Jazzo Murici l’intervento sarà costituito da una superficie levigata sulla quale affioreranno patinature diverse, rimandi non ancora svelati alle diverse aree del territorio. L’intonaco dalla pelle ricca di variazioni di asperità e gradi di rispondenza luminosa, nel secondo jazzo lascerà gradualmente affiorare una lieve incisione, un tracciato, una sinopia (disegno preparatorio per l’affresco). Una sorta di mappa, una riscrittura del territorio e dei sentieri che dal monte Bulgheria giungono alla costa. Nel terzo, infine, i precedenti strati si sovrapporranno tracciando un delicato rilievo a stiacciato, una cartografia sfuggente, variamente rivelata secondo l’incedere della luce solare. La composizione dell’intonaco e quindi le sue qualità estetiche e chimico-fisiche, saranno accuratamente studiate in situ, con il consiglio di maestranze locali che intendiamo coinvolgere attivamente nel progetto. L’intervento farà emergere per contrasto la carica della patina del tempo sulle pietre, il lucore dei muri rinfrescati esalterà i colori del paesaggio circostante. Le porzioni d’intonaco originale riverbereranno grazie alla nuova superficie cromaticamente neutra, le pareti diverranno elementi puri dalle forme nette. Il volume interno dello jazzo della Cropana, esposto alle stagioni e alle intemperie, verrà inoltre trasformato in una sorta di osservatorio le cui mura perimetrali divengano una cornice, un traguardo, un inquadratura verso il cielo soprastante i visitatori. Lo spazio dove il tetto ha ceduto diverrà il limite del campo visivo di un osservatore dalla testa reclinata, soglia di un privilegiato osservatorio astronomico: un’inquadratura data su uno spazio in continuo mutamento.
3) suono. Gli jazzi costituiranno tre stazioni nel corso della processione, cui corrisponderanno tre interventi sonori strettamente relazionati all’intervento materico e al luogo. Iginio De Luca, artista visivo-sonoro e percussionista, avrà in precedenza studiato una partitura elaborata in loco in base alle proprietà di risonanza dei materiali presenti. Tramite speciali microfoni a contatto amplificherà i suoni ricavati per sfregamento o percussione, suoni presenti nella realtà uditiva quotidiana ma normalmente non udibili. L’ingrandimento sonoro e la rielaborazione porteranno a una percezione alterata, imprevista: l’artista evocherà degli echi delle abitazioni-stazzi, facendo riemergere un inconscio sonoro dal silenzio del crepuscolo. Nel secondo jazzo, sfruttando le pareti intonacate che amplieranno le qualità di risonanza dello spazio e ripercorrendo la stessa struttura ritmica della precedente performance, verranno fatti risuonare gli oggetti rinvenuti lungo il primo tratto di cammino e all’interno dell’ovile stesso. Nel terzo infine, in un andamento che, come per l’intonacatura, procede attraverso la stratificazione degli elementi, la partitura ritmica verrà riproposta e arricchita dalla partecipazione di un gruppo di pastori locali e del pubblico presente. La performance assumerà la veste di un’azione ludica e liberatoria in cui confluiranno sperimentazione, tradizione e improvvisazione.
CONCEPT
Il progetto mira ad attivare una ritualità collettiva, un processo che possa generare nuove forme di relazione tra locali, forestieri e le condizioni ambientali e culturali del territorio. Proponiamo una processione laica, un percorso ascensionale dove ogni jazzo sarà luogo di sosta e ospiterà performance sonore legate a interventi materici. Su di una sottile intonacatura interna allo stabile affiorerà per gradi successivi una sorta di mappatura, trascrizione delle impronte lasciate sul territorio dagli attraversamenti dell’area tra il monte Bulgheria e la costa. Strumento poetico di orientamento tattile e visivo, lasciato in custodia e all’interpretazione degli abitanti della valle e dei viaggiatori che nel tempo percorreranno i sentieri, l’intonacatura servirà inoltre da dispositivo che amplifichi il mutevole gioco delle luci e delle ombre, mettendo in risalto le forme architettoniche pre-esistenti e la forza materica dello stazzo. Le variegate superfici dell’intonaco diverranno lo strumento prescelto della performance sonora: le pareti risuoneranno echi dell’abitare. L’ascensione collettiva sarà scandita dallo scoppio di alcuni botti, con rimando alle processioni tradizionali, qui con intervalli dilatati nel tempo. Traccia sonora oltre che visiva lungo l’orografia montana, la serie di esplosioni propagandosi nel paesaggio renderà individuabile il percorso fin alla costa. Dopo un secondo intervento sonoro il cammino riprenderà, nell’ora blu del crepuscolo, fino all’ultimo jazzo. Qui il percorso avrà termine in una serata di canto corale e in una sorta di festa spontanea.Il progetto vuole offrire al viandante attento la possibilità di una differente percezione del paesaggio: risalire il monte attraversando uno spazio sonoro inatteso, addentrarsi nelle architetture modificate e perdersi nelle sonorità proposte negli jazzi può infatti divenire un momento di pausa necessario per sperimentare il tempo puro e per ritrovare un contatto diretto con la storia minore.
OBIETTIVI
Obiettivo fondamentale del progetto è rendere agibili gli jazzi e i percorsi presi in considerazione, aprendoli alla fruizione degli abitanti locali e di altri visitatori esterni: per questo abbiamo deciso di ragionare rispetto ad un evento che permettesse la riscoperta del luogo e innescasse un processo di riappropriazione degli jazzi stessi. Non intendiamo museificare artificiosamente le rovine, ma cercare una compenetrazione ragionata tra passato e contemporaneità. Il progetto pertanto è concepito come un evento destinato alla collettività: miriamo a creare una nuova processione rituale all’interno della quale persone diverse possano incontrarsi e condividere un’esperienza che porti ad un superiore livello di attenzione nei confronti del paesaggio e dell’interazione uomo-storia-natura. Il lavoro ambisce alla creazione di un circuito attivo anche su un arco di tempo più lungo: l’intento è che questo progetto, sviluppato attraverso elementi fortemente legati al luogo e alla tradizione locale, possa essere la fase iniziale di un processo più ampio. Un altro obiettivo è la sensibilizzazione attraverso un intervento per luogo specifico: soffermarsi nel nuovo spazio modificato ed osservarlo in relazione al paesaggio esterno permetterà al partecipatore una contemplazione attiva, l’operazione mira a stimolare uno strumento di riflessione per una lettura consapevole del territorio. Dal punto di vista culturale e sociale infine, il progetto mira a stimolare una presa di posizione e una riflessione sulla necessità di salvaguardare il patrimonio storico e artistico “minore”, soprattutto in zone periferiche soggette a spopolamento. L’interesse è di rendere evidente al pubblico il valore delle varie realtà particolari presenti sul territorio. La valorizzazione della cultura locale, il recupero di beni abbandonati e la promozione di un turismo alternativo a quello di massa sono iniziative che concorrono a rendere più sostenibile lo sviluppo del Paese.
FATTIBILITA TECNICA
L’intervento è pensato in pieno dialogo con gli abitanti del luogo, così come con le strutture esistenti all’interno del parco e più in generale con la morfologia del territorio, nell’ottica quindi di una contaminazione cosciente fra la nostra poetica personale e le specificità della tradizione locale. È una premessa importante per chiarire l’approccio generale del progetto, la cui principale difficoltà realizzativa consiste nel creare la rete necessaria di contatti, collaborazioni ma anche il capillare coinvolgimento necessario alla riuscita dell’intero processo. Valutiamo pertanto che un nostro possibile intervento derivi da approfonditi sopralluoghi preparatori. Di seguito alcune considerazioni specifiche. Sul piano tecnico, per quanto riguarda le intonacature, il lavoro si avvarrà prevalentemente di maestranze locali, in un’ottica di scambio di competenze tecniche e conoscenza di materiali locali. La stesura dell’intonaco, previa preparazione delle pareti, non dovrebbe presentare particolari difficoltà tecniche, i materiali impiegati facilmente reperibili e trasportabili. Rispetto alle finiture gli elementi della mappa, ricavati attraverso lo studio della cartografia del luogo e vagliate da una consulenza esterna, saranno riportati tramite cartoni preparatori sull’arriccio o sulla stabilitura: si tratta di una tecnica di cui ci siamo già occupati in precedenza. La parte che riguarda la pirotecnica, ottenuto il permesso da parte dell’ente parco ed eventuale supervisione, è pratica piuttosto comune in diversi paesi e non dovrebbe presentare particolari complicazioni; l’intervento di un artificiere è tuttavia fondamentale per quanto riguarda la sicurezza, per collegare correttamente le esplosioni e garantirne la buona riuscita. Infine, l’unico intervento sonoro che si avvale di corrente è quello proposto per lo jazzo Murici, dove l’elettricità è già disponibile e dove, dato il facile accesso, è possibile installare un impianto per l’amplificazione dei suoni.
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