SEDIMENTA
25 ottobre 2016 8:00Di Anna Paola Buonanno
Numerosi sono i fattori che hanno determinato l’abbandono progressivo delle zone rurali e montuose: dal cambiamento del paradigma economico alla conseguente scomparsa dei mestieri artigiani, fino alla trasformazione dei nostri stessi stili di vita. L’abbandono degli Jazzi è sintomo palese di questo fenomeno ormai accertato: in questi luoghi (quasi) incontaminati, dove il paesaggio è protagonista, l’unica chiave di lettura possibile sembra essere quella di preservare le cose “così come sono”. È infatti molto semplice cadere nel romanticismo nostalgico di una civiltà che non ci appartiene più e che ci spinge a mettere “sottovuoto” oggetti o architetture appartenute a quel mondo. Spesso però, questo non è l’atteggiamento più corretto per poter riattivare concretamente questi luoghi speciali. Gli Jazzi sono una memoria storica incredibile: custodi di saperi e valori, di un patrimonio immateriali da studiare e analizzare. Sono dunque un punto di partenza da cui ri/partire per il loro valore intrinseco, ma non per il loro valore architettonico, marginale e modesto. Perciò, come nei più naturali cicli di vita, c’è bisogno di un processo di rigenerazione inteso come una rinascita di nuove strutture che si affiancano e, se necessario, si sostituiscono agli Jazzi esistenti. E soprattutto di una nuova comunità. Dagli Jazzi abbiamo imparato che, anche là dove non ci sono nient’altro che pietre, può nascere una comunità. E proprio da questa analisi che ri/parte SEDIMENTA: utilizzando un processo che ha radici ben salde nella storia, mira alle più visionare prospettive future. Punta alla costruzione di una nuova comunità, così come gli Jazzi hanno ospitato nel tempo famiglie contadine, le nuove strutture di SEDIMENTA ospiteranno, in un futuro non troppo lontano, generazioni nate dai progressivi cambiamenti economici, sociali e climatici. Per far si che ciò avvenga bisogna lavorare adesso, a partire dal coinvolgimento di: Post- Millenials, i nati cioè durante la diffusione di Internet, abili nello sviluppo e nell’apprendimento di nuove tecnologie, meno pratici invece nelle attività manuali; artigiani e maestranze locali, pronti ad insegnare quel “gusto per l’attività manuale” che, come spiega l’antropologo francese Leroi Gourhan André ne L’uomo e la Materia, nell’uomo è innata; associazioni, enti o gruppi che investono e mirano nello sviluppo e nella crescita del territorio che abitano. Si tratta di mettere al centro del dibattito la zona degli Jazzi – non il singolo Jazzo –, convogliando e condividendo saperi, pensieri e tecniche verso la costruzione di una serie di strutture necessarie per il ridisegno di una nuova comunità. Punto fondamentale è la commistione di diverse generazioni affinché si sviluppi un nuovo futuro, non necessariamente incentrato sul solo ed unico avanzamento tecnologico ma che guardi anche allo studio dei mezzi elementari utilizzati per manipolare la materia, che hanno dato le basi all’organizzazione di ogni popolo. Sfruttando i materiali presenti nella zona e con il possibile utilizzo di tecnologie avanzate si iniziano a modellare le prime strutture, la cui forma è dettata solo dall’utilizzo futuro, com’era per gli utensili nella preistoria. Una forma che nasce dalla necessità di soddisfare esigenze basilari – la raccolta delle acque piovane o la torre energetica –, ma anche didattico-culturali – l’arco della musica, il planetario per leggere le stelle, ecc.: attività necessarie per generare il ripopolamento. Le strutture di SEDIMENTA sono realizzate in pietra, un materiale senza tempo, facilmente lavorabile e sostenibile e di cui il Monte Bulgheria è pieno, e al contrario degli Jazzi, occupano lo spazio “pubblico” della montagna e sono accessibili a chiunque voglia prendersene cura. Caratteristica fondamentale per suggerire un forte senso comunitario e territoriale. Per loro natura, queste strutture diventano piattaforma per lo sviluppo di attività: nella costruzione di questa nuova comunità, ad affiancare enti, associazioni e maestranze locali è infatti necessario il coinvolgimento di figure professionali esterne. Designer, curatori, scienziati, filosofi partecipano alla progettazione, all’ampliamento o alla gestione di queste strutture, avviando un programma denso (workshop, festival, ecc.) di attività per rivivere quei luoghi. Nasce così un processo di collaborazione orizzontale per sensibilizzare alla cura e alla scoperta del territorio e garantendo, allo stesso tempo, una necessaria visibilità esterna. Il coinvolgimento della comunità, lo scambio di saperi, il riappropriarsi di un luogo genera un nuovo scenario possibile di cui ognuno si prende cura fino a diventare una piattaforma pronta ad accogliere gli inevitabili cambiamenti climatici, sociali ed economici. Non calare strutture o programmi dall’alto, ma conoscere le vere esigenze locali e insegnare, attraverso il confronto e la condivisione, un nuovo processo di rigenerazione, cura e sviluppo di una comunità.
CONCEPT
In uno scenario in cui le generazioni che crescono parallelamente agli avanzamenti tecnologici hanno sempre meno a che fare con tecniche, luoghi e tempi dettati dai processi naturali, la migrazione dai territori rurali a città iperconnesse è ormai un dato di fatto. Per far sì che ci sia un’inversione di tendenza, e che i territori rurali siano valorizzati anche con la prospettiva di essere riabitati, non bisogna necessariamente guardare al passato in maniera nostalgica. Bisogna piuttosto avere il coraggio di guardare al futuro, individuando beni e valori realmente utili, riconoscendone l’essenza per riutilizzarla in maniera innovativa. In quest’ottica lo Jazzo è da intendersi come testimone di usi e costumi caduti in disuso, la cui architettura non necessita di essere preservata come bene raro: è giusto che il suo stato attuale – di rudere – possa essere accompagnato verso un naturale processo di decadimento. Il valore effettivo dello Jazzo risiede in tecniche e processi virtuosi di cui è custode. L’utilizzo della materia prima del luogo, il senso comunitario e l’abitare temporaneo, sono solo alcuni dei valori intrinseci allo Jazzo, che se riattualizzati possono diventare motore principale di un processo che mira al progressivo coinvolgimento della comunità, invertendo la rotta della “transumanza” da parte delle ultime generazioni – i Post-Millennials: dalla metropoli ai territori ora disabitati. In SEDIMENTA gli Jazzi sono affiancati e nel tempo sostituiti da padiglioni dalle forme archetipiche, costruiti con materiali autoctoni e il coinvolgimento di associazioni ed enti locali. Le forme di queste strutture sono dettate solo dall’uso, com’era per gli utensili nella Preistoria. Piattaforme aperte, pronte ad accogliere nuovi abitudine di vita, mescolanze tra generi ed etnie, cambiamenti climatici. Si progetta una nuova comunità, nata dall’insieme delle comunità, per costruire nuovi territori nei quali ridisegnare la vita. È così che ha inizio il domani.
OBIETTIVI
SEDIMENTA mira a coinvolgere e mettere a confronto diverse generazioni, per convogliare pensieri e saperi tra loro distanti verso la costruzione di un nuovo e futuribile bene comune. Il monte Bulgheria e, nello specifico, le zone adiacenti agli Jazzi diventano teatro di questo processo che vede lavorare fianco a fianco i cosiddetti Post-Millennials (i nati dalla seconda metà degli anni novanta fino al 2010), artigiani, maestranze locali e figure professionali illuminate. È dunque la comunità a diventare attivatore e attore principale di un processo di rinascita e riscoperta della montagna. Il processo di costruzione di una serie di strutture dalle forme archetipiche, che conservano il ricordo degli Jazzi e che allo stesso tempo rispondono a esigenze necessarie al ripopolamento, è l’anello di giunzione capace di legare tra loro le diverse generazioni e innescare un processo in grado di accogliere futuri modi e stili di vita. Attraverso la costruzione di una serie di strutture si rispondono a esigenze basilari per avviare un processo di ridefinizione e ripopolamento dell’area intorno agli Jazzi, offrendo dunque tutti gli strumenti necessari per avviare lo sviluppo di micro-economie legate al territorio. Scopo fondamentale di SEDIMENTA è quello di avviare un processo virtuoso all’interno del quale le realtà adiacenti alla zona – studenti, maestranze locali, enti che lavorano a più stretto contatto con il territorio, ecc. – trovino un terreno fertile per realizzare le proprie proposte.
FATTIBILITÀ TECNICA
SEDIMENTA è un progetto realizzabile attraverso il coinvolgimento della comunità, la reinterpretazione di tecniche di costruzione tradizionali e l’utilizzo di un materiale sostenibile ed economico, come la pietra del Cilento. Il momento della costruzione è parte fondamentale: solo se il sito è attivo, quindi centro di discussione della comunità, diventa possibile la realizzazione del progetto. Gli attori maggiormente coinvolti sono giovani (post Millenials e Generazione Y), associazioni (scout, fablab, ecc.), artigiani e maestranze locali. Spinti dalla voglia di riappropriarsi di un luogo che gli è sempre appartenuto ma che in fondo non gli è mai stato concesso, questa nuova comunità “mista”, alla stregua dei pastori che col tempo hanno costruito la propria dimora temporanea, si impegna nel costruire nuove strutture in pietra e riattivare, trasformandolo in un nuovo epicentro, l’area degli Jazzi. La pietra, elemento autoctono e rodato, diventa capitale unico, capace di sviluppare nuove prospettive sia economiche che progettuali: tutte le strutture sono realizzate utilizzando diverse lavorazioni di questo elemento. L’accumulo, lo sminuzzamento o la foratura sono solo alcune delle sperimentazioni possibili da fare su questo elemento naturale, resistente all’usura e al passare del tempo. Nello specifico, l’usura da parte degli agenti atmosferici della pietra del Cilento – pietra calcarea –, provoca nel materiale alterazioni crescenti con perdita della lucidatura, scheggiature e distacco di parti capace di alterare la sua colorazione e facendogli assumere tonalitá rossastre, proprietà che caratterizzano e rendono unica ogni nuova struttura. Attraverso l’utilizzo di materiali e maestranze locali si tende perciò a valorizzare– in alcuni casi salvare –,reinventare e diffondere la cultura artigiana della lavorazione della pietra.L’area degli Jazzi diventa un laboratorio costante di sperimentazioni sia tecniche che sociali,favorendo un nuovi approcci,sociali e economici.
PIANO DEI COSTI DI REALIZZAZIONE E MANUTENZIONE
SEDIMENTA è un progetto a lungo termine che mira a individuare linee guida e direzioni che cercano di far convergere più elementi difficilmente quantificabili in termini economici. La sostenibilità, sia economica che ambientale è in ogni caso il punto fondamentale per la realizzazione di questo processo virtuoso. Senza movimentare materiali o grandi strumentazioni, ma con il solo utilizzo di materie locali, e applicando saperi e tecniche locali o innovative, SEDIMENTA mira ad investire soprattutto nel capitale umano, cercando di abbattere il più possibili i costi di trasporto, materia. È per questo che al termine “manutenzione” intendiamo sostituire il termine “cura”: per riattivare l’area intorno agli Jazzi non è necessario costruire degli edifici, piuttosto delle comunità. E se una comunità vivrà quel luogo, se ne prenderà cura, appunto, non sarà necessario calcolare alcun costo di “manutenzione”.
Muricinari
Di Andrea Conte La proposta parte da un piccolo intervento manuale con minimo sforzo a zero impatto ambientale e con l’utilizzo della pietra locale
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