Paesaggio e tradizione
25 ottobre 2016 8:04Di Enzo Umbaca
Nella 1° fase alcuni sassi/pietre di diversa grandezza che si troveranno già posizionati sul luogo nelle vicinanze dell’ipotetico percorso, verrebbero utilizzati diventando base e materiale indispensabile per incidere le frasi raccontate dalle persone di Licusati. Perciò le frasi incise con il trapano e lo scalpello sparse lungo il sentiero, diventeranno punto di riferimento del percorso per raggiungere il giaciglio. Alcune frasi potrebbero anche essere incise all’interno dello Jazzo dando così completezza al percorso e mettendo in relazione le altre due installazioni. La natura e il paesaggio si fondono dunque con la memoria della comunità. Nella 2° fase, l’idea sarebbe quella di situare dentro lo jazzo, ambiente “salutare”, la costruzione di una sorta di letto pensile, sospeso all’interno del recinto. Con l’utilizzo di legno di recupero e fogliame di ulivo e eucaliptus costruirei un “materasso”, installando anche un certo numero di amache. L’amaca, per tradizione, oltre ad essere distinto come oggetto nomade, è anche il simbolo del riposo all’aria aperta, dell’ozio e occasione per guardare il tramonto e il cielo stellato, ascoltare il canto degli uccelli, osservare le lucciole mentre si respirano i profumi, gli odori della terra, dell’erba, in questo caso delle erbe officinali. In questo modo lo jazzo non subirebbe molte trasformazioni, mantenendo la sua naturale funzione. Giacere nello jazzo diventa curativo sia nel fisico che nello spirito, e rievoca il ricordo della sopravvivenza dell’uomo e del concetto di natura, dando all’esploratore – turista – viaggiatore la possibilità di rigenerarsi e vivere una rara se non unica esperienza. La 3° fase è legata alla musica folkloristica. Osservando in modo particolare alcuni alberi della famiglia delle Betullacee, l’ontano, il pioppo ad esempio, si nota come il vento, scuotendone i rami e le foglie crei un suono particolare e tremolante come la musica dei cembali. “le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggera” scriveva Giovanni Pascoli. A questo proposito ho pensato a uno strumento musicale suonato dal vento: un albero a sonagli. Un albero rinsecchito e installato all’esterno dello jazzo, sarà scavato ad intarsio, fessure intagliate simili a quelle del tamburello , dentro le quali verranno inserite delle coppie di cembali, piattini di metallo di lamiera battuta e temperata, quelle appunto del tamburello a cornice. Potrebbe essere un albero di betulle, un ontano o altro recuperato sul luogo e trattato in modo da potersi conservare. Il legno di questi alberi viene inoltre utilizzato per costruire questi strumenti musicali che, come già citato, trovano radici nella cultura della tradizione popolare di questa terra.
CONCEPT
La tradizione è tutt’altro che un’abitudine, anche eccellente, in quanto l’abitudine è per definizione un’acquisizione inconscia che tende a diventare meccanica, mentre la tradizione è un’”accettazione cosciente e deliberata”. Una vera tradizione non è testimonianza di un passato remoto; è una forza viva che anima e alimenta il presente. Stravinskij Questo progetto, site-specific, potrebbe essere un progetto unico, ma può funzionare anche separatamente rispetto ai tre elementi che sviluppo e descrivo in seguito. A ciascuna fase corrisponde una tematica specifica: il coinvolgimento delle persone del luogo, la pastorizia, e la cultura della musica popolare, tematiche che trovano radici e riferimento nel territorio del Cilento, mantenendo un forte legame con la comunità, la natura e il paesaggio. L’intento è quello di attuare un recupero della tradizione e della memoria di questa terra, rivalutandola e dandole nuova vita collegando la storia e le tradizioni alla contemporaneità. Nonostante la globalizzazione, la musica popolare folkloristica, grazie ad un certo interesse e rivalutazione delle tradizioni della cultura locale, è sempre più in crescita. Le rivisitazioni delle tradizioni, anche in campo musicale, del territorio, sono una risorsa per la realtà del sud Italia. Oggetto di attenzione per un nuovo tipo di turismo sono inoltre i prodotti tipici locali; la cultura gastronomica e artigianale diventa così un’ulteriore risorsa economica per questi luoghi, oltre ai festival promossi da comuni e associazioni che attraggono i visitatori: ilCilento è una di queste realtà. Come a dire che a volte le mode sono come le disgrazie: non sempre vengono per nuocere. Queste mode permettono alle nuove generazioni di conoscere un patrimonio del centro e del sud Italia destinato altrimenti a scomparire.
OBIETTIVI
La 1° fase di sviluppo prevede un coinvolgimento attivo degli abitanti di Licusati, specialmente anziani, che mi racconteranno storie, detti e leggende legate al territorio. Attraverso la raccolta di questi racconti corali, l’identità del luogo si anima e, dopo un’accurata selezione dei materiali recuperati dalla memoria, verranno incise frasi su delle pietre che diventeranno punti di orientamento del sentiero, come dei “totem” che indicano la giusta e dritta via. La 2° fase si riferisce alla realtà pastorizia. In un tempo passato, quello dei nostri nonni, alcune malattie venivano curate con sostanze presenti in natura che tutt’oggi in certi casi sono ancora utilizzate. Nella medicina antica, i medici conoscevano e prescrivevano molti preparati ricavati per esempio dalle feci e dalle urine. La polmonite, per chi abitava vicino al mare, veniva curata respirando lo iodio al mattino presto; chi invece viveva in montagna si curava dormendo in mezzo al gregge. Il latte e anche il formaggio traboccante di grasso, possiede tutte le proprietà curative di cui un uomo ha bisogno. È di particolare efficacia il latte di capra perché, brucando, l’animale si nutre di tutte quelle erbe medicinali selvatiche come ad esempio il finocchietto, le carrube, i capperi, l’eucaliptus, le betulle, tutte piante curative e perciò energetiche. Le persone per curarsi dalla polmonite si recavano negli jazzi, dove trascorrevano alcune notti respirando le sostanze emanate dagli ovini, traendone così grande beneficio. Tali modi e usanze troveranno riferimento, oltre che nel mondo contadino, nella filosofia dello sciamanesimo. La 3° fase del progetto riguarda la musica folkloristica relazionata alla vita pastorizia, di cui vi sono rappresentazioni sulle litografie. Questa cultura viene esaltata da strumenti popolari quali la zampogna o il tamburello, costruiti con pelli di pecora e capra che sin dall’origine venivano suonati dai pastori. Il musicista Alfio Antico ne è un esempio.
FATTIBILITÀ TECNICA
Tecnicamente tutte le tre idee progettuali sono di tipo materiale e perciò realizzabili. Le pietre, che saranno parte del percorso, saranno trattate manualmente e artigianalmente con trapani e scalpelli, collegandoli a un piccolo generatore di corrente. Lo jazzo sul quale ho pensato di intervenire con le amache sarebbe quello della Cropana. Ma non è indispensabile, l’installazione potrebbe funzionare anche in altri jazzi. E così anche per l’installazione dell’albero a sonagli. L’albero di circa 4-5 metri di altezza verrà installato su una base di cemento , ma potrebbe anche trattarsi di un albero che si trovi già in sito, nel caso abbia le giuste caratteristiche. Sui rami verrebbero inseriti e montati a coppia circa 700 cembali- sonagli, piattini di metallo di lamiera battuta e temperata. I rami dell’albero saranno scavati ad intarsio, fessure intagliate artigianalmente e i piattini inseriti all’interno del tarsio.
PIANO DEI COSTI DI REALIZZAZIONE E MANUTENZIONE
Il costo per l’incisione delle pietre sarebbe di 1.500 euro.
Il costo per il numero di 5-6 amache e installazione 500 euro.
Il costo per l’albero con cembali sarebbe all’incirca di 1.500(?) euro – eventualmente da verificare la cifra esatta per la conservazione del legno – viaggio e soggiorno esclusi.
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