Se liberi di scegliere il luogo dove vivere e lavorare, gli esseri umani di tutte le latitudini prediligono un ambiente che abbia tre caratteristiche: “desiderano stare in una posizione sopraelevata, che offra un’ampia visuale; avere davanti a sé uno spazio aperto con prati e alberi sparsi; essere vicino ad una distesa d’acqua come un lago, un fiume o il mare”.
da Wikipedia, “Biofilia”
‘Jazzi’ è un progetto di ricerca triennale che intende favorire un nuovo modo di abitare la natura attraverso un programma di valorizzazione e narrazione del patrimonio ambientale, materiale e immateriale dell’area di Licusati (Camerota) a ovest del Monte Bulgheria, all'interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Salerno).
Il Parco, risultato dell’opera combinata della natura e dell’uomo, è oggi un paesaggio vivente che, pur mantenendo un ruolo attivo nella società contemporanea, conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato: nell’organizzazione del territorio, nella trama dei percorsi, nell’impianto delle coltivazioni e nel sistema degli insediamenti.
La sfida della ricerca diventa quindi sia cognitiva che operativa: guardare l’esistente con occhi diversi e avviare circuiti innovativi attraverso il riciclo e il recupero delle strutture e delle storie che costeggiano i sentieri del Parco, in particolare gli jazzi che verranno fatti rivivere per diventare luoghi di accoglienza dei nuovi viaggiatori.
La ricerca prende nome dagli stazzi o jazzi (da iacere, giacere), dimore temporanee per il ricovero degli animali da pascolo, punto di connessione tra paesi, tratturi e pascoli montani. Sono edifici a pianta rettangolare, oggi inutilizzati o diroccati, presenti su una larga area del monte Bulgheria.
Una arte consistente della popolazione locale si è inurbata – verso la costa, il Nord, l’estero - a causa della scarsa presenza di opportunità lavorative. Queste sono legate prevalentemente al pubblico impiego e al turismo della stagione estiva, marginalizzando frazioni e risorse, come l’area del monte Bulgheria. L'agricoltura, nonostante produzioni tipiche, resta confinata in attività di autoproduzione e sussistenza. Eppure Camerota, nella parte costiera, si caratterizza per un particolare attivismo socio-culturale in svariati campi: musica, arte, enogastronomia, sport, nautica, escursionismo, tutela ambientale, volontariato e promozione del territorio.
Il programma prevede il recupero dei percorsi lenti e dei sentieri, la rigenerazione degli jazzi e il soggiorno notturno attraverso il loro riuso. Il progetto promuoverà le attitudini del territorio, del paesaggio e del capitale sociale locale, stimolerà investimenti, in particolare sulle potenzialità inespresse del territorio.
A partire dalla rete attuale dei sentieri, il lavoro si svilupperà attraverso il disvelamento, la classificazione e la valorizzazione dei luoghi di interesse naturale/storico/antropologico. Le direttive dei sentieri saranno le connessioni tra questi luoghi. Il progetto prevede l’individuazione di differenti tipologie e significati di percorso: il percorso come azione del camminare, favorendo la congiunzione tra le dimensioni che contraddistinguono il Cilento, il mare e le montagne; l’atto dell’attraversamento, nel tempo lento che viene da lontano e che accosta il camminatore a chi in precedenza ha intrapreso quei sentieri, pastori, monaci, carbonari e briganti; nel tentativo di proporre una riscrittura dello spazio – naturale, culturale e interiore - che nasce dalla soggettività del cammino.
ll cammino nella natura prevede che anche la sosta sia parte del percorso, prendersi il tempo e vivere per intero i cicli della giornata, del dì e della notte, osservare le stelle e le albe. Dimora originariamente significava il luogo dell’indugio, il luogo della sosta, il giaciglio (Jazzo/iacere). Obiettivo del progetto è la valorizzazione delle strutture e dei manufatti prodotti nei secoli dall’uomo che ha attraversato il Cilento: ripari, stalle, cantine, jazzi. Il soggiorno notturno propone un modello alternativo di fruizione del territorio, un buen ritiro dalla caotica costa, un’esperienza unica e completa, il rifugio che richiama più i percorsi nomadici che l’alloggio stanziale.
Un’ulteriore sfida del progetto è quella operativa, produrre innovazione tangibile, attraverso il riciclo e il recupero delle strutture e che costeggiano i sentieri del Parco. Le dimore per il soggiorno notturno saranno realizzate con materiali di recupero e riuso provenienti dal territorio stesso. Ogni spazio sarà unico, originale, determinato dal contesto e rappresentativo per il luogo. Gli jazzi che verranno fatti rivivere diventeranno luoghi d’accoglienza per i nuovi viaggiatori. L’esperienza diretta della convivialità e ospitalità cilentana potrà creare un laboratorio che risponda al bisogno di incontro e scambio per scoprire un nuovo modo di abitare la natura e il territorio.
Verranno rafforzate le realtà locali presenti mettendole in rete e creando un network fatto di collaborazione e confronto. Le prime ricognizioni nel territorio hanno messo in luce realtà esistenti con grande potenziale. Fuori dal contesto locale, si favorirà il dialogo con altre pratiche di percorsi nella natura, di potenziamento e valorizzazione di aree ‘residuali’ e di ricettività non convenzionale come gli alberghi diffusi, e partenariati con festival e iniziative (Colorno – festival della lentezza, Lecce - Parco Paduli).
Verranno promosse attività ed eventi: tra le attività possibili, a titolo esemplificativo, l’adozione degli ulivi millenari, un festival delle bande locali, i concerti in vetta, una segnaletica “molteplice”. Verranno invitati artisti che, attraverso residenze, incontri, laboratori, interventi nella notte e nella natura, offriranno un nuovo modo di guardare e interagire con il paesaggio, le persone e le storie locali. Questo consentirà al progetto di diventare laboratorio, atelier, spazio di ricerca, incontro e creazione i cui protagonisti saranno gli artisti con la partecipazione attiva delle associazioni e degli abitanti del luogo.