Addormentarsi e risvegliarsi in un luogo è uno dei metodi più veloci per acquisire confidenza con lo spazio circostante. Questo è ciò che rende qualunque dimensione spaziale (antropica o naturale) casa. Quel valore di familiarità può essere assunto anche da strutture che erano state destinate originariamente ad altre funzioni. Il Cilento è costellato di manufatti prodotti nei secoli dall’uomo che ha attraversato il territorio: mulini, frantoi, ripari, stalle, cantine, jazzi.
In questo modo è possibile connettere le azioni e i percorsi attuali alle stratificazioni passate. E per sovrascrivere le storie passate a quelle dei nuovi camminatori, gli spazi del passato, e i luoghi del ricovero (dei raccolti, delle greggi, dei pastori) diverranno gli alloggi del soggiorno presente,.
Dimora originariamente significava il luogo dell’indugio, il luogo della sosta, il giaciglio. Jazzo deriva da lì, da iacere, era il giaciglio dei pastori.
Gli stazzi o jazzi erano le dimore temporanee per il ricovero di animali da pascolo e rappresentavano il punto di connessione tra paesi, tratturi e pascoli montani. Sono edifici a pianta rettangolare, in muratura e tetto spiovente. All’esterno un muretto funge da recinto per accogliere il gregge. Gli jazzi, oggi inutilizzati o diroccati, sono presenti su una larga area del Monte Bulgheria e sono al centro di una rete diffusa di sentieri.
Un’ulteriore sfida del progetto è quella operativa, produrre innovazione tangibile, attraverso il riciclo e il recupero delle strutture e che costeggiano i sentieri del Parco. Le dimore per il soggiorno
notturno saranno realizzate con materiali di recupero e riuso provenienti dal territorio stesso. Ogni spazio sarà unico, originale, determinato dal contesto e rappresentativo per il luogo.
Gli jazzi che verranno fatti rivivere diventeranno luoghi d’accoglienza per i nuovi viaggiatori. L’esperienza diretta della convivialità e ospitalità cilentana potrà creare un laboratorio che risponda al bisogno di incontro e scambio per scoprire un nuovo modo di abitare la natura e il territorio.
L’accessibilità, la disponibilità dei proprietari, il fascino del paesaggio e la particolarità delle leggende e delle storie collegate ai luoghi sono le ragioni della scelta dei primi quattro jazzi: Jazzo Murici [J1]; Jazzo della Cropana [J2]; Jazzo delle Valli Cupi [J3]; Jazzo del pastore a Chiano [J4].
La cartografia e la documentazione visiva di riferimento sono negli Allegati.